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  • Immagine del redattoreMariasole Valentini

LSBE Life Skills Based Education: uno zaino con il necessario per il viaggio della vita

La prevenzione e la promozione del benessere sociale, relazionale, individuale con i preadolescenti e gli adolescenti.


Devo sapere, saper fare o saper essere?

In realtà è l'equilibrio tra queste variabili a permettere uno sviluppo adeguato e competente per affrontare le sfide che la vita propone, soprattuto nell'età della preadolescenza e dell'adolescenza.

In una recente formazione tenuta dal dott. Pellai A., ricercatore presso l'Università di Milano, medico e psicoterapeuta, di fondamentale importanza è stata la riflessione in merito ad uno spaccato descrittivo attuale riguardo il territorio di iperstimolazione in cui circolano i nostri figli, senza la possibilità di attingere alle competenze necessarie per poterci camminare da soli, andando così incontro ad un eccesso emotivo e all'incapacità di autoregolazione che si traduce in: pratiche rituali che si consumano nelle notti in discoteca e nell'uso di sostante stupefacenti; il disinteresse, messo in atto per assopire certe emozioni; il gesto violento volto a scaricare le stesse emozioni.


preadolescenti e adolescenti nel gruppo di pari per affrontare le sfide della vita con risorse e competenze

La domanda:

come si può promuovere un altro stile di vita?


La risposta è rintracciabile all'interno della proposta LSBE di possibilità per la vita: le life skills, secondo l'OMS, sono un insieme di abilità cognitive, emotive e relazionali che permettono di operare con competenza e rendono le persone in grado di affrontare in maniera efficace i cambiamenti e le sfide della vita nel quotidiano.

Avere la possibilità di attingere a tali risorse, permette di camminare sulle proprie gambe certi di uno zaino carico di tesori disponibili in tutti i momenti perchè esse sono considerate i prerequisiti per supportare la crescita in salute di ogni essere umano e per raggiungere l'autorealizzazione e il benessere personale e relazionale: parliamo di consapevolezza di sè e autocoscienza, gestione delle emozioni, pensiero critico, pensiero creativo, capacità di prendere decisioni, capacità di risolvere problemi, comunicazione efficace, gestionde dello stress, empatia, capacità di negoziazione e gestione del conflitto. Accanto ad esse Pellai A. introduce la consapevolezza digitale (Pellai,A., Tamborini B.; 2021) come strumento di prevenzione e promozione della salute perchè "essere consapevoli significa conoscere la responsabilità legata al proprio agire" (p.134, ibidem) all'interno di un contesto dominato dalla presenza massiccia degli schermi.

Si può a tal proposito introdurre una educazione digitale a partire dalla nascita di un figlio, perchè è anche il modo di interagire attraverso la mediazione di uno schermo a modificare gli effetti salutari della relazione tra un bimbo e un genitore il quale, molto spesso, durante l'utilizzo ad esempio dello smart phone si trova immerso in un altro mondo disogliendo la sua preziosa e nutriente attenzione a suo figlio; così come non si può negare o limitare l'uso del telefonino se come genitori non ci educhiamo al suo utilizzo in maniera responsabile, in un contesto come quello famigliare in cui possiamo essere i primi a dare un esempio corretto e salutare. Nel progetto "Custodi digitali" in cui si parla di temi ed educazione digitale familiare, nel range di età che va dagli 11 ai 14 anni, vengono proposti diversi suggerimenti per la gestione di tematiche salienti quali: il controllo del proprio figlio nel web; il sonno e il benessere; il dialogo e l'interesse per le attività on-line; l'educazione sessuale; il ruolo della natura (passeggiate e uscite all'aria aperta).

Di seguito una sintesi per punti salienti:

  • il genitore ha l'obbligo legale di vigilanza e controllo sulle attività on-line dei figli minori, nonchè possono essere chiamati civilmente a rispondere di danni causati dagli stessi minorenni (sarebbe opportuno accedere con il proprio figlio al suo mondo di connessioni);

  • stabilire la regola degli strumenti digitali fuori dalla camera da letto, con un orario di spegnimento a cui fare riferimento;

  • interessarsi alle attività on-line dei proprio figli, per capire cosa piace loro, cosa accade in rete, per poter aprire i canali di conversazione in merito;

  • utilizzare un parental control per limitarec la frequenza di esperienze di pornografia, invitando comunque al dialogo sulle immagini sulla sessualità, spiegando come queste rispondano a interessi commerciali che non rispecchiano le pratiche e i valori di una relazione sessuale in un contesto di coppia;

  • favorire la partecipazione a gruppi di coetanei o attività di gruppo, di sport o aggregative, utilizzando anche l'occasione di uscite in natuta con altre famiglie; inoltre in queste occasioni limitare o vietare l'utilizzo degli strumenti digitali.

(Grollo M., Gui M., Pellai A., Orietti C., Gruppo di lavoro pediatri del Friuli-Venezia-Giulia, Medico e Bambino, Educazione digitale familiare dalla nascita, 2022, 41(9): 569-580).


Le parole d'ordine: integrazione, gruppo dei pari, relazione.

Goleman D. (1997) integra il concetto di intelligenza accogliendo la parte emotiva accanto ad essa: infatti descrive l'intelligenza emotiva come la capacità di riconoscere i sentimenti propri e quelli degli altri, di motivare se stessi e di gestire positivamente le proprie emozioni, sia a livello interiore che nelle relazioni sociali; questo arricchisce il primitivo sguardo educativo del "saper fare" con il "saper essere".

A tal proposito, la riflessione di Pellai A. si estende continuando in tale direzione riguardo alla scuola, ancora concentrata maggiormente sul QI (quoziente intellettivo) piuttosto che sul QE (quoziente emotivo) degli studenti per i quali, riprendendo ancora il pensiero di Goleman D., l'intelligenza accademica non garantisce la costruzione del successo nella vita personale, quindi di prosperità, prestigio o felicità tanto desiderata e ricercata.


Le sfide evolutive hanno bisogno, per un preadolescente e un adolescente, di essere accompagnate, stimolate e sostenute dall'adulto di riferimento, proponendo uno stile di vita che promuova e sia autorevole al tempo stesso, senza sostituire o impedire la crescita dei ragazzi che in questo periodo si interfacciano su più fronti: i cambiamenti del corpo, quindi anche il modo di mentalizzare il proprio corpo rispetto ai modelli proprinati sul web (Pellai indica i seguenti dati: il 40% di ragazzi minori di 16 anni hanno un profilo Instagram, sviluppano ansia e depressione); la sessualità, ovvero le competenze sulla dimensione sessuale, le cui domande vengono maggiormente soddisfatte nella ricerca sul web (idem; più del 60% dei ragazzi naviga sul porno) piuttosto che nell'auspicabile integrazione della dimensione affettivo-sessuale in cui potrebbero essere eduLSBEcati; promuovere il gruppo dei pari, quindi la desatellizzazione dal nucleo familiare come palestra per imparare a stare con gli altri, risorsa favorevole a contrastare l'ansia e il ritiro sociale; promuovere l'individualizzazione rispetto alla famiglia, favorendo la crescita del ragazzo nella sfera adulta, costruendo un sè funzionale alle proprie aspettative che gli permetta di mettersi in gioco per diventare ciò che vorrebbe essere senza temere le possibili sconfitte, ma facendo di queste un' opportunità per rafforzarsi come persona, per arrivare a raggiungere la sua meta: destinazione vita.


 

Pellai A., Cos'è la LSBE (Life skills Based Education) e perchè è un approccio importante nel lavoro di prevenzione con preadolescenti e adolescenti. In Favorire lo sviluppo mentale del bambino e dell'adolescente 2022, FCP.

Pellai A., Tamborini B., 2021, Destinazione vita. Life skills: il bagaglio essenziale per affrontare il viaggio più importante., Mondadori.

Goleman D., 1997, Intelligenza emotiva, Rizzoli.

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