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Immagine del redattoreMariasole Valentini

MAMMA MIA, HO L'ANSIA!

Dal latino tardo anxia , derivato di angere ovvero "stringere" (Nocentini A., 2010), l'ansia si può manifestare in termini psicosomatici ma con una valenza corrispondente all'angoscia, che di solito "si concreta in un senso di oppressione toracica" (Galimberti U., 2018, p.92).



L'ansia è uno stato affettivo che permette una risposta comportamentale dell'organismo ad un evento considerato come attivante o stressante, consentendo così di ristabilire un equilibrio psichico del soggetto stesso: per questo si parla di ansia adattiva e quindi fisiologica, che "prepara ad un pericolo potenziale e può contribuire ad affrontare situazioni difficili, con crescita personale" (tratto da Emdr Italia, Ansia).

Quando però supera i livelli consentiti dall'adattamento e ne conseguono risposte che disturbano il normale funzionamento psichico dell'individuo, determinandone una limitazione della capacità di adattamento, si può raggiungere il confine della patologia.


IL "BUONO" E IL "CATTIVO" DELL'ANSIA.

L'ansia "buona" permette di risolvere un problema o evitare un evento minaccioso, permette di affrontare un potenziale pericolo ed è di aiuto per fronteggiare situazioni difficili.

Quando supera i livelli di adattamento, sconfinando in una condizione di malessere intenso per cui si percepiscono sofferenza e disagio in maniera non consona all'evento scatenante, la persona può difendersi da questo stato attuando comportamenti poco adattivi: per questo può essere considerata come un sintomo e non come una malattia a sè e pertanto essere presente in qualsiasi malattia psichiatrica oppure organica ed avere caratteristiche prodromiche ovvero che ne anticipano alcune patologie (Galimberti U., 2018); ne sono esempi il DOC Disturbo Ossessivo Compulsivo, il Disturbo da Attacchi di Panico, le Fobie.


Si parla di sintomi: cognitivi ed emotivi, somatici. Nello specchietto che segue, tratto dall'opuscolo informativo di EMDR Italia, Ansia, vengono elencati le risposte cognitive, somatiche, emotive e comportamentali.


Sintomi cognitivi ed emotivi:

  • Sentirsi nervoso/sul filo del rasoio

  • risposte esagerate di allarme

  • difficoltà di concentrazione

  • sensazioni di testa vuota

  • difficoltà di addormentamento

  • irritabilità

  • paura di morire

  • paura di perdere il controllo

  • paura di non riuscire ad affrontare le situazioni

Sintomi somatici:

  • dispnea e sensazioni di soffocamento

  • palpitazioni

  • sudorazione/mani fredde, sudate

  • bocca asciutta

  • tremori

  • vertigini/sensazioni di sbandamento

  • nausea/diarrea

  • vampate di calore/brividi

  • disfagia/nodo alla gola

  • dolenzia muscolare

Una seconda possibile distinzione presente nel Galimberti (2018), in ambito psichiatrico, declina cinque tipologie:

  1. la nevrosi d'ansia, ovvero un quadro psicologico patologico che può arretrare in modo spontaneo oppure avanzare nelle già citate fobie, nell'ipocondria, nella depressione, con o senza disturbi psicosomatici;

  2. l'ansia d'attesa, che precede un'azione come il parlare, lo scrivere, il dormire, il doversi presentare ad altri, il prepararsi ad un incontro che si pensa possa sfociare in una prestazione sessuale;

  3. l'ansia da situazione, come la fobia di essere osservati, la fobia della bruttezza, di emanare un odore sgradevole;

  4. l'ansia fluttuante, che nasce dalla sensazione di non essere all'altezza del proprio ruolo e di svolgere i propri compiti;

  5. l'ansia sociale, per cui la persona sentendosi socialmente inadeguata, anticipa il giudizio negativo degli altri umiliando se stesso ed essendo autocritico. Vengono maggiormente temute le situazioni di esposizione al pubblico, il parlare in pubblico, esibirsi a livello di prestazione professionale (ad esempio un cantante, un musicista, un giocatore, un danzatore, un attore, un teatrante), il recarsi ad un appuntamento o ad una festa, essere osservati mentre si mangia, collaborare nella realizzazione di un progetto comune con altre persone.

L'attuale distinzione del Disturbo d'Ansia proposto dal Manuale diagnostico e statistico DSM-V, ha provveduto a fornire definizioni diagnostiche più specifiche, abbandonando il quadro di nevrosi d'ansia, a favore di:

  1. disturbo di Agorafobia: paura persistente (più di sei mesi) e ansia per essere in pubblico (in spazi chiusi, mezzi di trasporto pubblici), paura di non poter figure, evitamento di tali situazioni, richiesta di un accompagnatore;

  2. disturbo di Panico, suddiviso in inaspettato e atteso (in concomitanza di un temporale, un terremoto etc), caratterizzato da un'intensa apprensione con una

  3. disturbo di Ansia da separazione, quindi la paura eccessiva o ansia rispetto alla separazione dalle figure di attaccamento (presente sia nell'infanzia che negli adulti);

  4. disturbo di ansia indotto da sostanze o farmaci;

  5. fobia sociale, dovuta all'esposizione di certe situazioni o prestazioni sociali che possono creare imbarazzo;

  6. fobia specifica, provocata da un oggetto o situazione temute, tali da indurne all'evitamento (ad esempio, per animali, ambiente naturale, sangue-iniezioni-ferite, situazionale come trasporti pubblici,tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, spazi chiusi)

  7. disturbo Ossessivo-compulsivo D.O.C., ossessioni (ovvero idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, sono vissute come intrusive e inappropriate) (DSM-IV-TR p. 490) e compulsioni ricorrenti gravi da fare impiegare tempo, come più di un'ora al giorno, o da causare disagio profondo;

  8. disturbo Post-traumatico da stress DPTS, per il quale insorgono sintomi tipici a seguito di una esposizione ad una situazione traumatica nella quale si vive in prima persona oppure in maniera indiretta un evento che causa o può causare la perdita, morte, lesioni gravi o minacce all'integrità fisica; ancora, il conoscere di una improvvisa morte, di grave danno o lesioni sopportate da un membro della famiglia o altra persona con cui si ha una relazione stretta;

  9. disturbo Acuto da stress, in cui si sviluppa ansia, sintomi dissociativi e di altro tipo, a seguito ed entro un mese dall'esposizione di un evento traumatico estremo, con conseguenti sensazioni soggettive di insensibilità, distacco o assenza di reattività emozionale, riduzione della consapevolezza dell'ambiente, derealizzazione, depersonalizzazione, oppure amnesia dissociativa,

  10. disturbo d'Ansia generalizzato, incluso il disturbo iperansioso dell'infanzia, in cui sono presenti ansia e preoccupazione eccessive, per almeno sei mesi, riguardo eventi o attività. Il soggetto presenta irrequietezza, difficoltà di concentrazione, facile affaticabilità;

  11. Mutismo selettivo, quindi la persistente incapacità di parlare in specifiche situazioni, quando ci si aspetta che si parli, quali la scuola, i compagni di gioco, etc; in altre occasioni invece il parlare diventa fattibile; sono escluse quelle esperienze in cui la persona non conosce o è a disagio con il modo di parlare richiesto dalla situazione sociale, oppure se è presente un disturbo della comunicazione che potrebbe generare una esperienza di imbarazzo.

E' POSSIBILE ALLEVIARE I SINTOMI?

Prestare attenzione ad una dieta appropriata in cui vengano ridotti i consumi di caffeina, migliorando le abitudini alimentari; riuscire a prestare attenzione alle proprie risposte fisiologiche dell'organismo, imparando ad interpretarle e a gestirle; un sonno appropriato, esercizi fisici graduali, imparare a gestire lo stress, può aiutare ad attutire alcuni sintomi e il disagio che ne scaturisce.


Da tener presente che un sintomo è un campanello che indica l'esigenza di doversi fermare, ascoltare, capire, ed eventualmente farsi aiutare nel comprendere la complessità di quanto si sta vivendo.


 

American Psychaitric Association, Andreoli V., Cassano G.B., Rossi R. (a cura di, versione italiana), 2000, DSM-IV-TR, Manuale Diagnostico e statistico dei disturbo mentali, Text Revision, Elsevier, Masson, Trento.

EMDR Italia, www.emdr.it

Galimerti U., 2018, Nuovo dizionario di psicologia, Feltrinelli, Milano.

Nocentini A., 2010, L'Etimologico, Le Monnier, Mondadori Education, Milano.

Reichenberg L.W., 2015, DSM-5 L'essenziale, Raffaello Cortina Editore, Milano.

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