Siccome il darsi da fare del bambino con i suoi giocattoli gli reca felicità,
noi lo chiamiamo gioco e gli compriamo altri giocattoli.
Ma il divertimento non sta nell’avere giocattoli;
è imparare a fare esperienza di verità che rende così felici.
Berends, 1975, in A.J.Solter, 1994
Non bisogna avere particolari abilità per giocare con i propri figli, né possedere una quantità ingombrante di giocattoli, si può invece stare accanto al proprio bimbo e “fare insieme”, dedicarsi e dedicare del tempo per giocare!
Cosa fa il bambino attraverso il gioco?
Può scaricare sugli oggetti stessi il proprio vissuto emotivo e in particolari momenti di stress, quali gli attuali avvenimenti legati a conseguenze di restrizione delle relazioni più allargate, quelle delle amicizie, ma anche di quelle relative ai parenti come i nonni o i cugini, cambiamenti dettati dalla modifica della routine di tutta la famiglia “costretta” a ristabilire un equilibrio con abitudini differenti, sfogare le proprie ansie, insicurezze, paure derivanti dai cambiamenti e dalle notizie che ascoltano, anche dagli stati d’animo di chi li circonda.
Alcuni bambini riescono a verbalizzare meglio di altri ciò che sentono e che vivono ma, in esperienze differenti, il genitore può utilizzare come alleato un oggetto (una bambola o un peluche particolarmente amato dal proprio figlio o che rappresenti ad esempio il protagonista di una storia che la mamma o il papà e il bambino già conoscono) che funge da mediatore dei vissuti emotivi e a cui si può quindi chiedere che cosa sente in questo particolare periodo e, nel caso si avverta la necessità di far tornare il sereno, cosa si potrebbe fare per aiutare questo amico a stare meglio.
Questo passaggio di rielaborazione della situazione angosciante è reso possibile grazie alle capacità del bambino di passare dalla realtà che si vive alla sua rappresentazione, consentendo perciò l’espressione di ciò che abita nel cuore del proprio figlio.
Galimberti U., Nuovo dizionario di psicologia, 2018, Feltrinelli, Milano.
Solter A.J., The Awar Baby: a new approach to parenting, 1994, Shining Star Press, California USA, trad. it. Il bambino consapevole, 1997, Edizioni la Meridiana, Bari
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