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  • Immagine del redattoreMariasole Valentini

RIGIDITA’ O FLESSIBILITA’ ? CON LA SECONDA, NEL PROBLEM SOLVING PIU’ LONTANO SI VA

A volte il guerriero della luce si comporta come l’acqua, e finisce fra gli ostacoli che incontra […].L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare. Fragile alla sorgente, a poco a poco acquista la forza dagli altri fiumi che incontra. E, a partire da un certo momento, il suo potere è totale.

Coelho P., 1997, Manuale del Guerriero della Luce


Il potere di cui accenna Coelho (1997) sembra essere in linea con le direttive dell’OMS sulle Life Skills, nello specifico sul Problem Solving ovvero la capacità di risolvere problemi che, in una relazione, non è la prevaricazione del vincitore sul vinto ma l’abilità di risolvere i conflitti in maniera costruttiva (Marmocchi P. et al., 2004).

Nelle dinamiche relazionali questo si può tradurre con l’opportunità di coltivare le caratteristiche di un legame affettivo che cresce in una rapporto positivo, in cui si rafforza la stima reciproca: entrambi i contendenti sono vincitori.

Tale processo di ricerca di una soluzione soddisfacente per tutti si divide in 6 fasi e prevede che entrambi i giocatori del conflitto giochino passando per: l’individuazione del problema ; segue la proposta di possibili soluzioni; la valutazione delle soluzioni emerse; l’individuazione della soluzione più idonea; la scelta della modalità più opportuna per attuare quella soluzione e la fase finale della verifica (Marmocchi P., Dall’Aglio C., Zannini M., 2004). Esiste anche un conflitto circoscritto all’ambito personale piuttosto che a quello interpersonale; in tal caso è sempre utile l’aiuto di una persona che faccia da specchio e che permetta un punto di vista diverso da quello derivante dalle precedenti esperienze passate, insidiato nella mente di chi ne porta le conseguenze e a volte le ferite.


GLI OSTACOLI ALLA RICERCA DI SOLUZIONI MIGLIORI.


E’ possibile che, durante la ricerca di soluzioni migliori, si possano incontrare diversi ostacoli che hanno a che fare con il fenomeno della fissità, declinabile, secondo Antonietti e Valenti (2017), in tre tipologie: fissità di impostazione, fissità di contesto e fissità di struttura. Nella prima si evidenzia la difficoltà di utilizzare una soluzione verificata come ottimale in una determinata situazione, in altri ambiti in cui vi sono similari problemi; la seconda è caratterizzata dalla rigidità di svincolare un elemento risolutivo di un certo contesto, in altri differenti; nella terza si considerano le caratteristiche di alcuni elementi che, avendo una struttura particolare, difficilmente può essere trasformata o adattata a particolari variazioni .


I due autori proseguono individuando anche una fissità funzionale, in cui gli elementi del problema da risolvere vengono pensati e considerati in base al loro utilizzo tradizionale; ma questo non è soddisfacente e risolutivo.


Cambiare sguardo e considerare, invece, una prospettiva diversa, quindi nella relazione, il poter considerare un’altra narrazione degli atteggiamenti o dei comportamenti dell’interlocutore permette di aggiungere informazioni ulteriori ed allargare l’orizzonte a possibili soluzioni: in questo modo si permette a siffatto tipo di pensiero di incanalarsi nei termini di una maggiore flessibilità, che nasce da una maggiore consapevolezza di sé e di autostima, così che “senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare […], fragile alla sorgente a poco a poco acquista la forza dagli altri fiumi che incontra. E, a partire da un certo momento, il suo potere è totale” .(Coelho, 1997).


 

Antonietti A., Valenti C. (2017). Life skills, ED. S. Paolo, Milano.

Coelho P. (1997). Manuale del guerriero della luce, Bompiani, Milano.

Marmocchi P., Dall’Aglio C., Zannini M., (2004), Educare le life skills, Erickson, Trento.

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