Libro (prestito latino liber ovvero 'membrana fra il legno e la corteccia', utilizzata come materiale scrittorio) e terapia (prestito moderno dal greco antico therapeia 'servizio, culto, cura, trattamento')1.
Denominata anche biblioterapia (dal greco biblion 'carta, foglio, libro', der. di byblos 'papiro' di origine egizia, da cui anche bibbia) 2.
Può essere utilizzata sia in contesti individuali che di gruppo, con i seguenti obiettivi: favorire l'insight ovvero l'intuizione e la scoperta di nuove possibilità, sulle credenze riguardo se stessi e il proprio modo di vivere; favorire l'approfondimento di tematiche proposte e trattate nel setting educativo e terapeutico; stimola la capacità di riflessione; aumenta l'acquisizione di nuove competenze, le life skills, e accresce le competenze già in possesso dai partecipanti; può rafforzare l'autostima e i valori; favorisce lo sviluppo di nuovi interessi e di relazioni, evitando l'isolamento.
In un contesto terapeutico la libroterapia viene considerata non solo come uno strumento ma come un vero percorso ovvero metodo di psicoterapia, in cui la relazione con il terapeuta e i presupposti teorici dello stesso, fanno da fondamento per il possibile cambiamento.
In questo caso il paziente viene invitato dallo specialista alla lettura di un testo o parte di esso, che risulta adatto alla situazione o al disturbo o disagio in cui procede il lavoro professionale; lo stesso metodo di lavoro viene attualizzato in un contesto gruppale, in cui il gruppo con le sue particolari dinamiche è un elemento che favorisce la crescita degli stessi membri, grazie al conduttore o ai conduttori che ne facilitano la comunicazione e i passaggi di sviluppo.
1 Nocentini A., 2010, l'Etimologico, Le Monnier, Mondadori, Milano
2 ibidem
Bindi R., 2017, Trame archetipiche, Libroterapia e benessere, Press & Archeos, Firenze.
Paoli B.; Parpaglione E., 2023, Manuale delle tecniche psicologiche, Giunti, Firenze.
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