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  • Immagine del redattoreMariasole Valentini

"L'amore non è bello se non è litigarello"


Nota canzone degli anni ’70 [A. Murri; M. Jurgens; F. Pisano; 1970], fa da spunto per la riflessione sulle dinamiche di coppia.

In termini relazionali-sistemici l’amore “litigarello” può essere inteso e tradotto nella capacità o non capacità dei due partner di far fronte alle reciproche richieste che, proprio per la natura della loro differenza, possono sfociare nel conflitto.


La parola conflitto (cum-fligere= urtare con, sbattere contro) descrive sia lo status di un individuo con se stesso in momenti particolari della propria vita, sia la posizione dei due interlocutori uno di fronte all’altro, ciascuno con il proprio bagaglio di esigenze: il dialogo non sempre corrisponde al buon esito auspicato dalla stessa canzone, che prosegue affermando “ma quanto mi piace con te litigare per poi far la pace”.




Spesso la coppia rimane bloccata al litigio sottraendo il piacere sano alla reciproca comunicazione che può sfociare in una escalation simmetrica in cui ciascuno, rimanendo nelle proprie posizioni rigide, perpetrerà il conflitto nel tempo fino alla reciproca esclusione o alla rottura definitiva del rapporto.



Una relazione non funziona per l’assenza dei conflitti ma per l’efficacia con cui vengono affrontati e risolti (Walsh, 1955). Whitaker definisce lo stesso conflitto come l’ “enzima del cambiamento”: se accolto in tale prospettiva esso può prevenire la stagnazione della relazione, spingere ad affrontare le normali problematiche presenti e desiderare di risolverle insieme, attivare la curiosità e l’interesse per l’altro e avvallare un’altra frase della stessa canzone che dice “l’amore senza ostacoli non dura”.



Whitaker C., 1990, Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia, Astrolabio Ubaldini, Roma




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