La funzione genitoriale, della madre e del padre, incide in maniera esponenziale come relazione privilegiata di “attaccamento” che si organizza in maniera più stabile attorno al primo anno di vita: proteggendo dal pericolo, sostenendo l’esplorazione nell’ambiente, consentendo lo sviluppo della capacità di regolazione psicobiologica ed emozionale autonoma attraverso la possibilità di interagire fisicamente e psicologicamente con il proprio caregiver ovvero “colui che dà le cure”.
Il ruolo paterno: un nuovo sguardo nella complementarietà della coppia.

Il ruolo paterno, importante fin dai primi mesi di vita, assume maggiore evidenza con le recenti ricerche (Grossmann et al., 2002, 2008; Di Folco e Zavattini, 2014) annoverate da Baldoni F. (2016): la qualità dell’attaccamento tra padre e figlio (ad esempio la capacità di coinvolgerlo in azzuffate e gioco competitivo) risulta determinante per lo sviluppo della capacità di esplorazione dell’ambiente extrafamiliare; inoltre, durante la gravidanza e i primi anni di vita del figlio il padre svolge il compito di favorire le condizioni di un adeguato sviluppo e mantenimento della relazione madre-bambino.
Il padre "pratico" come base sicura
Il compito del padre è anche di aiutare a risolvere perciò problemi di ordine pratico: il garantire un sostegno economico, un’abitazione confortevole e sicura, procurando anche beni necessari al sostentamento; il potersi adoperare per risolvere eventuali conflitti o problemi con l’ambiente sociale e il relazionarsi con le famiglie di origine.
Baldoni F. (2016) I disturbi affettivi perinatali nei padri, In Grussu P. e Bramante A. (a cura di) (2016), Manuale di psicopatologia perinatale, Erickson, Trento.
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