Essere ben equipaggiati in tempi di situazioni difficili non permette alla situazione di cambiare ma alla persona che la vive di avere gli strumenti per contrastarne le avversità: da questo alcune riflessioni su ciò che può aiutare, anche oggi, a fronteggiare quello che in qualche modo la vita propone.
Uno degli strumenti utilizzabili per ripararsi dalla pioggia delle tante informazioni negative, alcune delle quali non totalmente veritiere, dalle saette del malumore che a volte si trasformano in fulmini di rabbia contro gli altri o contro se stessi, quindi di aggressività o di forme depressive, è lo humor, l’umorismo!
“Guarda, così è il mondo che sembra tanto pericoloso. Un giuoco infantile, buono appunto per scherzarci su!”. Freud S., 1927
Dal punto di vista individuale, l’umorismo può diventare un supporto per rielaborare situazioni definibili come minacciose; “si pensi all’umorismo che si origina […] tra coloro che si trovano in circostanze in cui morte e ferite sono una possibilità reale” (Solfaroli Camillocci D., Vella M., 2015, cit. pag.61). A tal proposito, lo humor è considerabile come uno stile di coping adattivo ovvero la capacità di fronteggiare situazioni particolari laddove si consente a se stessi di decentrarsi dagli aspetti negativi dell’accadimento per orientarsi verso quelli positivi, quindi sdrammatizzarne la drammaticità.
Dal punto di vista sociale, ridere insieme contribuisce al senso di appartenenza e permette anche la coesione del gruppo: in questo tempo avere gli stessi scopi di risoluzione di una situazione poco agevole ed essere coesi negli stessi intenti, favorisce il poter guardare verso la stessa direzione che, sebbene fatta di incertezze, poggia sulla responsabilità di ciascuno di adoperarsi per il bene personale e comune.
Prendere in considerazione ciò che capita in generale nella vita ma nello specifico in qualsiasi momento possa presentarsi come fattore di stress, in maniera più flessibile, non significa sminuire o squalificarne l’essenza, al contrario, ne permette uno sguardo più distaccato e di volgere altrove l’attenzione. Divertirsi ovvero di-vertere, volgersi in altra direzione, in ciò che può essere consolatorio, in ciò in cui si ama trascorrere il proprio tempo, concede di ritrovare risorse abbandonate per mancanza di tempo, in questa fase in cui i ritmi sembrano battere rintocchi diversi dai soliti, forse più lenti ma anche più densi: pieni di significati differenti, di riscoperta delle relazioni fuori casa, tra vicini, in casa, tra i familiari; rintocchi in cui il nuovo ritmo, volenti o nolenti, accompagna maggiormente il tempo di questa melodia.
Riscoprire i valori
La nuova composizione musicale non è solo fatta di brutte notizie, di numeri di ammalati in aumento e di morti che ne seguono: questa attuale melodia porta con sé sfumature di riscoperta di valori, di note di speranza che ci sia una fase di passaggio ma che nel frattempo, permette una solidarietà che fa rumore e a cui non si resta indifferenti; accorda perfino la possibilità di riscoprire il sacro nelle cose quotidiane, per questo oggi tanto speciali e fa risuonare le note della riconoscenza nei confronti di quanti, con onestà, coraggio e senso di responsabilità, si adoperano a suonare la bellezza di questa vita, soprattutto, oggi.
Forse, ben equipaggiati, non è tanto male camminare sotto la pioggia.
Dionigi A., Gremigni P., La psicologia dell’umorismo, 2010, Carocci, Roma.
Solfaroli Camillocci D., Vella M., 2005, Ridere, ridere, ridere ancora…, Bollati Boringhieri, Torino.
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