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TOCOFOBIA: la paura del parto. Perchè e come poter intervenire.

Immagine del redattore: Mariasole ValentiniMariasole Valentini

Dal greco tokos (parto o nascita) e fobos (fobia o paura), la tocofobia è una condizione clinica che la donna può sperimentare durante i nove mesi di gestazione oppure durante il parto stesso; in alcune donne è anche associata alla paura di morire.

Le spiegazioni riportate dalle donne a riguardo argomentano la paura del dolore e una presunta bassa sopportazione della sofferenza, che in casi estremi possono diventare di difficile gestione ed assumere connotati di elevata sofferenza emotiva, tanto da compromettere il fisiologico andamento del parto stesso.

Anche precedenti esperienze negative ostetriche, tra le pluripare, possono causare la paura del parto: esse riguardano sia un evento oggettivamente traumatico, quale un taglio cesareo d’urgenza o un parto operativo nei quali la donna ha avvertito un pericolo per il neonascituro o per se stessa, e ancora un parto normale ma percepito come soggettivamente traumatico dalla mamma. Secondo Hofberg e Ward (2003, in Grussu P. e Bramante A., 2016) il vissuto traumatico può essere associato ad esperienze precedenti negative quali un aborto spontaneo, una morte fetale, una interruzione volontaria di gravidanza: situazioni che possono portare a sviluppare un disturbo post-traumatico da stress.

Il vissuto femminile frequente che coinvolge sia il senso di incapacità fisica che psicologica è la paura di essere incapace di dare la vita, collegabili ad una insufficiente preparazione psicologica al parto.


Un elemento che non causa l’ansia ma ne contribuisce il suo mantenimento è la paura di diventare genitore:

Sarò una buona mamma?

Sarò una mamma adeguata a gestire il mio bimbo, la mia bimba?

Saprò accudire mio figlio, mia figlia?

Sarò capace di nutrire la mia creatura?


Una buona preparazione alla nascita e alla genitorialità con incontri per mamme e papà


Tali preoccupazioni, secondo Saisto e Halmesmaki (2003, in Grussu P. e Bramante A., 2016) possono diminuire attraverso una buona preparazione ed educazione alla nascita e alla genitorialità: : le paure presenti nel futuro padre (accompagnate da vissuti di impotenza, paura di possibili danni per il nascituro e per l’eventuale dolore che proverà la mamma durante il parto) possono incidere negativamente sia nel vissuto della futura paternità che nel parto della propria compagna; per questo sono utili tali percorsi di gruppo in cui informarsi e formarsi, ricevere supporto anche da chi vive le stesse condizioni e la medesima tappa del percorso.


Le opportunità individuali: il supporto psicologico e la psicoterapia


Assieme agli incontri di gruppo, si può anche attingere alle opportunità individuali, ad opera di uno specialista (che offra quindi un supporto psicologico assieme alla rielaborazione della stessa fobia, come avviene ad esempio con l’utilizzo dell’EMDR all’interno della psicoterapia), in cui aumenta la consapevolezza dei propri vissuti emotivi, verbalizzando e condividendo anche le paure e le ansie, contribuendo così ad esperienze di maggiore benessere e di supporto individuale e della coppia genitoriale.


" Questo è uno dei veri scopi della psicoterapia: liberare la gente così che possa investire il proprio coraggio nel vivere". C. Whitaker, 1988

Grussu P.e Bramante A. (a cura di), 2016, Manuale di psicopatologia perinatale, Erickson, Trento.



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